filtri solari ecologici

I filtri solari ecologici

22 Marzo 2022 -  OFI S.p.a.

I filtri solari sono da sempre oggetto di studio, ma mai come di recente sono fonte di discussione.

Il tema è spesso duplice: legato sia alla sicurezza degli ingredienti per quanto riguarda la salute umana sia al loro impatto ambientale.

Relativamente agli effetti sulla salute umana, è importante ricordare che i filtri solari sono normati dal Regolamento (CE) n.1223/2009 che riporta in Allegato VI l’elenco dei filtri UV autorizzati per essere impiegati nella produzione di cosmetici e che sono stati oggetto di valutazione da parte del Scientific Committee on Consumer Safety (SCCS). 

Inoltre, non bisogna perdere l’attenzione sul tema della prevenzione: i solari proteggono dai possibili danni da esposizione al sole, come ad esempio eritemi, scottature, accelerazione del processo di invecchiamento cutaneo e melanomi.

Per quanto riguarda l’impatto ambientale ecco una carrellata di nuovi filtri solari ecologici e innovativi “scoperti” dalla Ricerca e Sviluppo di OFI

Meno filtri con l’utilizzo dei booster

L’utilizzo di materie prime a effetto boosting rappresenta un approccio interessante nello sviluppo di prodotti solari. I booster di Sun Protection Factor (SPF) sono materie prime che, con meccanismi d’azione differenti, sono in grado di potenziare l’SPF di una formulazione solare e di consentire così la riduzione della concentrazione dei filtri chimici e fisici.

La maggior parte dei booster di SPF lavora aumentando l’assorbimento UV e lo spessore del film di protezione solare sulla pelle. Alcuni booster, invece, agiscono aumentando la capacità di diffusione dei filtri, altri potenziando la copertura UVA ed estendendo la lunghezza d’onda critica, altri ancora migliorando la fotostabilità dei filtri oppure riducendo l’eritema cutaneo indotto dai raggi UV.

Alcuni booster agiscono, invece, migliorando la Water Resistance o riducendo la penetrazione dei filtri nella pelle.

Booster dalla natura

In natura esistono anche oli ed estratti che, pur non potendo essere considerati dei veri e propri filtri solari, se usati all’interno di una crema solare ne migliorano la performance in termini di protezione, ma soprattutto agendo da antiossidanti naturali

Tra i botanicals più comuni e noti per queste proprietà troviamo l’olio di carota, la curcuma, l’olio di crusca di riso, l’olio di mandorle, l’estratto di tè e il burro di karitè.

Uno studio recente si è invece concentrato sul fiore di campo Meadowfoam bianco, dal cui processo di estrazione dell’olio si ricava una farina di semi che ha mostrato di essere in grado di ridurre il danno da UVB.  Su campioni 3D di pelle ricostruita e trattata con raggi UVB, il trattamento a base di Meadowfoam ha limitato le mutazioni cancerogene riducendo le cellule precancerose e intervenendo nel processo di invecchiamento cutaneo, bloccando l’attivazione di enzimi che inducono la degradazione del collagene.

Gli oli essenziali di geranio e di calendula hanno dimostrato di avere un valore di SPF. La combinazione delle loro intrinseche proprietà antiossidanti e di SPF possono fornire un effetto fotoprotettivo sinergico.

Un nuovo approccio: le alghe

I filtri solari possono proteggere la pelle dai raggi UV in due modi: alcuni composti inorganici come il biossido di titanio e l’ossido di zinco formano una barriera fisica che devia i raggi UV come uno specchio, mentre i composti organici hanno legami chimici che assorbono la radiazione UV e la dissipano come calore meno dannoso

La natura utilizza simili modalità di protezione, specialmente in organismi fotosintetici, che fanno affidamento alla luce solare per produrre energia, ma che hanno anche bisogno di proteggersi dall’esposizione ai raggi UV che ne danneggiano i tessuti, incrementando la formazione di radicali liberi. 

Nelle piante, una cuticola densa e  cerosa forma una barriera fisica che devia i raggi UV; altri organismi come le alghe non hanno questa barriera fisica ma utilizzano una difesa chimica.

Gli organismi marini hanno come difesa degli amminoacidi simili alle microsporine (MAA), una famiglia di composti costituiti da un anello centrale di cicloesenimina o cicloesenone con vari gruppi funzionali collegati. I doppi legami coniugati di questi composti si ritiene siano in grado di assorbire la radiazione UV ad alta energia e dissiparla come calore, proprio come i composti organici presenti nelle creme solari.

Caratteristiche che rendono gli MAAs ancora più interessanti sono il loro basso peso molecolare, la loro solubilità in acqua e la loro stabilità se esposti a luce o calore

Un altro studio interessante è stato fatto sull’alga Sargassum Crispifolium e ha dimostrato che quest’alga ha la capacità di assorbimento degli spettri UV nella gamma UVA.

Conclusioni

Gli studi relativi ai booster naturali sono sempre interessanti ma spesso sono di difficile applicazione, poiché le elevate concentrazioni funzionali di questi ingredienti possono compromettere la compliance cosmetica in termini di stabilità formulistica e/o di gradevolezza applicativa, oltre che incidere in modo sostanzioso sul costo del prodotto finale.

Per ovviare a queste problematiche e allo stesso tempo potenziare la protezione UV, una strada interessante da intraprendere sarebbe quella dell’incapsulazione dei metaboliti vegetali secondari. Le nuove tecnologie di incapsulamento, infatti, sono in grado di migliorare la stabilità chimica degli ingredienti sensibili prolungandone la shelf life; promuovere la penetrazione cutanea affinando l’efficacia dermocosmetica, migliorarne la biocompatibilità e le proprietà sensoriali, e infine modularne il rilascio al fine di ottenere una ridotta tossicità 

Le alghe hanno diverse attività biologiche: oltre all’assorbimento dei raggi UV hanno proprietà antiossidanti e antiinvecchiamento, sono di facile coltivazione, e le tecnologie per ottenerne i principi attivi sono all’avanguardia e a basso costo. 

Per questi motivi rappresentano una fonte sostenibile di principi attivi, da cui il mondo della cosmetica attento al green trarrà sempre più ispirazione.

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